dal
Messaggero Veneto del 26 luglio 2011 - Udine - articolo di Mario Blasoni
Gino di Caporiacco alla
Ippolito Nievo:
"Confessioni" inedite
A dieci anni dalla
morte spunta un romanzo storico dell'indimenticato,
battagliero autonomista friulano
<<Io nacqui italiano, forse italianissimo, il 3 novembre 1932, giorno nel
quale allora si festeggiava un santo poi scomparso dai calendari e il
nazionalismo fascista dominava e mai consentiva che, se lo avessi potuto,
pretendessi di dirmi friulano... E morrò per grazia di Dio europeo, quando
lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo>>. Dalle
carte di Gino di Caporiacco, a dieci anni dalla scomparsa, spunta un
romanzo inedito che il mai dimenticato esponente dell'autonomismo
friulano, politico e giornalista, improvvisamente mancato il 28 luglio
2001, aveva scritto alla fine degli anni 80, tenendolo nel cassetto anche
dopo l'ultima revisione datata 1999. La sorpresa è duplice: per la
singolare scoperta, dopo così lungo tempo, e per la coincidenza dello
spunto preso dalle Confessioni di un ottuagenario di Ippolito
Nievo, celebratissimo di questi tempi,ma non altrettanto quando Gino
imbastì il racconto. Così ora i 150 anni dalla morte dello scrittore
garibaldino si affiancano ai 10 di quella dell'autonomista friulano.
Le nuove Confessioni hanno per
motivo conduttore le storie del nobile casato dei di Caporiacco che si
sono succedute negli ultimi duecento anni, dalla Rivoluzione francese al
Duemila. Ma << narrare le vicende di casa nostra - spiega Gino nelle
conclusioni - è un pretesto: all'autore, infatti, interessa aver
riassunto, se c'è riuscito chissà, la storia della propria patria>>. Il
manoscritto, che non ha titolo, è quindi un ulteriore omaggio, postumo, al
Friuli da parte di un figlio che già tanto aveva dato. <<Aspettavo
un'occasione particolare - dice la vedova, signora Silva - per parlare di
questo lavoro, complesso e ponderoso, che ho conservato in questi anni.
Certo, avrei piacere che a qualcuno interessasse pubblicarlo>>. L'autore
di questa nota, che annunciò la scomparsa di Gino di Caporiacco - a
tumulazione avvenuta - ai nostri lettori (<<ieri è stato un addio per
pochissimi, oggi sarà un dolore per tanti>>) non può che associarsi a
questo auspicio.
Pochi mesi prima della sua scomparsa, nel
marzo 2001, Gino si era congedato con un ultimo saggio (1945-1948. La
Regione friulana), pubblicato per la Filologica su Sot la Nape,
interrogandosi sull'esigenza di <<un progetto nuovo per una regione che ha
mutato la sua funzione naturale>>. Poi più niente. La voce critica
dell'autonomismo friulano tace da quell'infausto 28 luglio 2001, quando un
male crudele e insidioso se lo è portato via a 68 anni. Storico di Udine e
del Friuli, polemista acuto e documentatissimo, già militante nella
politica e nell'amministrazione prima in Consiglio regionale e poi in
quello comunale udinese, la sua scomparsa ha lasciato un vuoto difficile
da colmare. Da allora l'agone politico, il confronto culturale, il
dibattito sui media (in primis il nostro giornale, che per lui era
sempre stato un veicolo privilegiato) hanno perso uno dei protagonisti più
attenti ed equilibrati.
<< Gino e io, fin da quando sedevamo
insieme sui banchi della Regione - ricorda l'onorevole Arnaldo Baracetti -
abbiamo impostato insieme le principali battaglie per il Friuli:
l'assemblea delle Province friulane (manca ancora l'adesione di Gorizia),
il nuovo statuto e la riforma federalista (la legge è fatta, ma non
applicata). Poi la difesa dell'identità friulana e del ruolo
delluniversità, i difficili rapporti con Trieste...>>. Temi ripresi dalla
Deputazione di Storia Patria nel volume, a cura di Giuseppe Bergamini e
Gianfranco Ellero, Studi friulani, uscito nel 2005 proprio in
omaggio a Gino, mentre nel 2002 l'Istitût ladìn-furlan Pre' Checo
Placerean gli aveva dedicato un significativo collage di saggi sul
Friuli e la Venezia Giulia (Dalla regione mani nata alla regione mal
nata). << Da quando non c'è più Gino - dice Ellero - il concetto di
Friuli si va restringendo: i giornali, le tv lo limitano praticamente alla
provincia di Udine. Di Caporiacco era un tenace difensore del Friuli
storico, da Gorizia al Pordenonese, fino a Concordia e Portogruaro.
Purtroppo non è stato ascoltato>>. E il professor Gianfranco D'Aronco,
decano degli autonomisti, così parla Gino: <<Un gran temperamento: come
storico e politico ha fatto la sua battaglia, soprattutto in Consiglio
regionale accanto a Fausto Schiavi, e gliene siamo grati>>.
Così i continuatori di quelle battaglie ricordano oggi il compianto
storico e politico regionale. All'omaggio si unisce anche il mondo di
casa, dell'avita Caporiacco. Nella frazione di Colloredo di Montealbano,
Gino sarà commemorato giovedì, nel decennale della morte, con una messa
che sarà celebrata alle 19 nella chiesetta di San Martino. Dove una targa
rende merito al suo impegno nel restauro dell'edificio e, più in generale,
alla dedizione al paese che porta il nome della sua famiglia.
|